di Paolo Di Censi

«La prima volta che arriva un manoscritto a un editore si presenta come un punto interrogativo grosso come una casa di dodici piani almeno. Non si saprà cosa racconta se non quando si sarà arrivati all’ultima pagina con su scritto: “Fine”.»

«Non far sentir libero qualcuno è la più grande prigione che gli si possa costruire attorno. Magda questa gabbia di come e di perché la conosceva bene e l’aveva arredata di tutto punto, con un divano di insoddisfazione, una cucinetta di repressione, delle sedie di tristezza e un bel servizio di malinconia da dodici. Per questo forse quel tè era come un salvagente, perché se la dividi in dodici tazze la malinconia riesci a berla a piccoli sorsi e riesci a sopportare meglio ogni cosa, riesci a sopportare persino te stesso.» da Corrado

«Ognuno è quello che è perché qualcun altro è stato quello che era. La cosa migliore che possiamo fare è essere la versione migliore di noi stessi per far sì che qualcun altro possa diventare la versione migliore di sé.Il giorno in cui la nonna se ne andò, Corrado restò con Corrado e con un barattolo di briciole di biscotti. Imparò ad annusarlo quando la malinconia bussava alla porta. Imparò ad aprire un libro ogni volta che si sentiva isolato e in preda ai suoi pensieri.Imparò che a volte dipingere un muro di turchese è il miglior modo per sentirsi più vicino al cielo. Imparò che a essere quello che si è si fa il più bel regalo, a se stessi e agli altri,che si possa immaginare.» da Corrado

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